Nella giornata internazionale della donna parliamo di Ada Coleman

Su Ada Coleman (1875-1966) sono stati scritti centinaia di articoli e spesso vengono pubblicati l’8 di marzo, proprio come il nostro. 

Evitiamo la carrellata sulla biografia della persona, che tra il tributo e la banalizzazione non passa poi molto spazio e piuttosto cerchiamo di togliere polvere da questo racconto. Quando si parla di un personaggio importante si rischia di scolpire una statua, le pose piene di muscoli non sempre dicono tutto. 

Ada Coleman è stata head bartender all’American Bar dell’Hotel Savoy di Londra dal 1903 al 1925. Un bar londinese di inizio secolo era un luogo in cui alle donne non era permesso l’ingresso (era cosi lo stesso Savoy) e alle lavoratrici venivano dati dei soprannomi per nascondere i veri cognomi ai clienti più molesti. Al bar Ada era conosciuta come Coley.

Una barista era mal vista anche dai movimenti femministi, la National Federation of Women Workers, la più grande associazione britannica delle lavoratrici, riteneva il lavoro di barmaid osceno e ne proponeva l’abolizione. Ada Coleman va collocata in tutto questo, nella storia, una donna che, dopo la morte del padre (1899), ha iniziato a lavorare per restare a galla, da prima come commessa in un negozio di fiori e poi come bartender. 

Coley è ricordata per il suo cocktail più famoso, l’Hanky-Panky: gin, vermut e fernet miscelati e serviti in coppetta. Eppure la vera eredità della Coleman va rintracciata nella cura dei dettagli, ha messo in luce le piccole cose, gesti che prima di lei erano ritenuti insignificanti hanno iniziato a ricevere l’attenzione che meritavano. Ada era sempre sorridente e si dice che ogni giorno mettesse un vaso di fiori freschi sul suo bancone. 

H.C. Norris, corrispondente da Londra del Niagara Falls Gazette riporta quanto segue in un articolo pubblicato nel 1926: “Il desiderio di un lavoro meno faticoso, combinato con il gomito del bartender che la infastidiva di tanto in tanto, ha fatto sì che Coley, come è nota a migliaia di visitatori americani, si trasferisse nel negozio di fiori dell’hotel (…) È stato nel negozio di fiori che l’ho trovata, l’altro pomeriggio, mentre languidamente osservava un vaso di erica rossa”. 

Forse avrebbe preferito lavorare con le piante, forse a preparare da bere si guadagnava meglio. Affari suoi. L’8 marzo celebriamo tutta Ada Coleman: l’Hanky-Panky e il suo gomito infiammato.