Millesimo e Millesimato, le differenze nei distillati

Millesimo e Millesimato, le differenze nei distillati

Le scritte in etichetta quali Millésimé, Millésime e Vintage possono creare qualche confusione se non si conoscono a fondo i loro significati e soprattutto i disciplinari di produzione.
Cercheremo in questo breve approfondimento di sciogliere i dubbi iniziando col dire che quando leggiamo “millesimato” si tratta tendenzialmente di un vino o distillato frutto di un singolo raccolto. L’uso di questo termine compare già alla fine dell’800 quando per ricordare una particolare raccolta, eccellente, i contadini iniziarono a scrivere il numero dell’anno di produzione e ricordarne nel tempo la qualità.
I Cognac meritano un piccolo capitolo a parte poiché fino al 1962 il legislatore non imponeva regole sulla menzione del millesimo di produzione in etichetta sino a quando il BNIC, l’ente di controllo del Cognac, ne vietò l’uso salvo rare eccezioni.
Dal 1975 le cose iniziano a cambiare, i produttori in grado di fornire la dovuta documentazione attestante che le botti provengono da singolo millesimo, possono indicare l’annata in etichetta. Un primo passo verso quello che è stato il permesso ufficiale dato a ogni produttore che, a partire dal 1987, può imbottigliare cognac di singola annata a patto ce sia custodito in locali dotati di doppia serratura o con sigillo delle botti controllate dall’ente preposto a cui si affiancano le dichiarazioni fiscali riguardanti lo stock.

I Cognac possono essere:

Millesimato: assemblaggio di cognac di una stessa annata;

Millesimato con la menzione del cru
: assemblaggio di cognac di una stessa annata proveniente da un luogo specifico;
Millesimato con la menzione del cru e la botte: si tratta di cognac di pregio, rari, l’invecchiamento è separato, l’imbottigliamento è in purezza.
Lato imbottigliamento, nel Cognac non viene riportato l’anno pertanto davanti a un vecchio millesimo si potrebbe essere davanti in realtà a un prodotto “giovane” poiché i distillati, a differenza del vino, una volta in vetro non hanno l’evoluzione che hanno in botte.
Quando si parla di Armagnac, invece, al netto della zona di produzione di origine, la regola è la stessa: gli armagnac possono essere commercializzati come Millésimati a partire da 10 anni minimi di invecchiamento in fusti.
Il periodo di affinamento è indicato nella data di imbottigliamento che appare nella retro etichetta.
Nei Rhum, il “Vintage”  rappresenta fedelmente il raccolto di un’annata, si tratta spesso di distillati con almeno 6 anni fino a 15 anni di invecchiamento.
Lo stesso vale per lo Champagne, la parola “Vintage” (millesimato) rappresenta quanto detto in apertura: in bottiglia troviamo il frutto di un singolo raccolto che il produttore, in quella particolare annata, ha deciso di vinificare separatamente e lasciare esprimere tal quale, senza aggiungere altri “vini di riserva”, di altre annate, nell’assemblaggio. Otteniamo così una cuvée che, per essere definita Vintage, deve obbligatoriamente aver fatto 36 mesi di affinamento, e può essere prodotta da una singola vigna, un clos, o più appezzamenti.
La cuvée multimillesimata, al contrario, è un assemblaggio di vini prodotti in diverse annate, che possono essere stati stoccati in acciaio o in fusti di legno. Per questa tipologia si richiedono 15 mesi di affinamento cantine sebbene in realtà sempre più spesso si parla di da 2-3 anni per le cuvée non millesimate, e tra i 4 e i 10 anni per quelle millesimate.