Le Bartender Vol II: Marella

La prima bartender che presentiamo insieme a Campari Academy è Marella Batković. Buona parte delle esperienze che abbiamo raccolto in questo progetto hanno posto l’attenzione su un tema fondamentale: occorre smettere di ridurre il lavoro nella bar industry in qualcosa di notturno dietro ad un bancone. 

Marella incontra i bar pensando di andare in Francia per imparare la lingua, aveva ventidue anni. Si fermerà a Parigi quattro anni passando da “Le Syndicat”, “Sherry Butt” e “La Commune”. Un periodo a Ginevra da “Balkii” e il rientro a Genova dove per quattro anni lavora al Bistrotto. “Mi mancavano mia madre e il mare. Ho iniziato anche a fare altro nella industry, ho fatto la brand ambassador e l’hospitality manager. In pratica preparavo da bere solo i fine settimana come extra collaterale.” Ora sta facendo uno stage da Sips a Barcellona (n.1 nella World’s 50 Best Bars) e mantiene comunque un piede in Liguria. Dice che da Genova non ha nessuna intenzione di andarsene, lì collabora con Tuna Cantina e Pescato, un ristorante con cocktail bar e cantina. 

“Lavorare la notte è faticoso ma continuo ad amare questo lavoro. Formarsi è fondamentale, accumulare esperienze significa imparare a riconoscere le potenzialità del settore. Il ventaglio di opportunità offerte è molto più ampio di quello che si è portati a pensare.”
Per Marella l’impatto delle donne nell’ambiente bar si vede nella cura dei dettagli, nel colore e nella delicatezza. “Il nostro compito è uno: quando qualcuno esce dal bar deve stare meglio di quando è entrato. L’empatia è fondamentale, e in questo noi donne siamo più brave. 

Prendiamo poi tutto il discorso del bilanciamento tra lavoro e vita privata. In questo settore per fare un buon lavoro è fondamentale stare bene con sé stessi, sembrerà pure banale ma è così, serve la capacità di riconoscere quando è il momento di rallentare. Gli uomini fanno gara a chi ha il ca**o più lungo, figuriamoci se sono capaci di dire che sono stanchi.” 

“Le Bartender” è una buona occasione per fare “sorellanza”. Gli stereotipi si buttano giù anche così. “Capita ancora di sentire uomini che al bancone dicono di voler parlare con il capo. Ecco, quando rispondi di essere tu la responsabile capisci che le cose stanno andando nella direzione giusta. Qua da Sips a Barcellona la manager è Nicole, una ragazza di ventitré anni; nel numero uno dei 50 Best Bars.”