Farai il Dry Jan anche l’anno prossimo?

Si avvicina la fine di gennaio, l’hype è passato e finalmente possiamo farci una domanda: è servito a qualcosa il Dry Jan?

Se avete avuto amici impazienti di raccontarvi tutto della loro insolita acqua tonica sapete già, andate oltre. Se invece non capite di che stiamo parlando ecco un breve recap: Dry January è una campagna per la sensibilizzazione sui rischi collegati al consumo di bevande alcoliche. Nella sostanza è una challenge in cui per tutto il mese di gennaio bisogna astenersi dal bere alcolici partendo dall’assunzione che, dopo il periodo natalizio, un po’ di detox faccia comodo a tutti. 

Alcohol Change UK, l’organizzazione proprietaria del marchio, stima che nel 2024, solo in Gran Bretagna, avranno aderito al Dry January quasi dieci milioni di persone.

Un articolo uscito sul Post mette insieme un po’ di studi e semplificando molto sembra emergere questo: le persone, dopo la fine del Dry Jan, tendono per qualche mese a bere meno di quanto non facessero prima. Meno giorni a settimana, meno bicchieri e meno sbornie. 

Inoltre al tuo fegato non importa se bevi un bicchiere al giorno per un mese, sette bicchieri ogni domenica per un mese o sette bicchieri per quattro giorni consecutivi dopo trenta giorni di stop. Non esiste un effetto “pulizie di primavera”, non ci si “ripulisce”. Questo magari segnamocielo, che come al solito le bacchette magiche non esistono. 

Tutto bello no? Niente di magico ma nemmeno qualcosa di nocivo, anzi, in linea di massima fa bene per forza. 

Un problema ci sarebbe. Fa bene per molti ma non sembra faccia bene per tutti. Pare infatti che i soggetti che più reattivi al miglioramento delle abitudini legate al consumo di alcolici siano bevitori moderati e abituali, quelli del “un bicchiere di vino durante i pasti”. Sono questi che, dopo il Dry Jan, sembrano ridurre ulteriormente il consumo. 

Il problema è emerso da uno studio della University of Sussex del 2015. Degli 857 individui che si erano sottoposti volontariamente al Dry Jan, circa l’11% ha dichiarato di aver aumentato il consumo di alcolici una volta terminato il mese.

Sembrerebbe che interrompere drasticamente il consumo di alcolici in soggetti vicini alla dipendenza possa comportare il rischio di un “effetto rebound”: prima smetti di punto in bianco, poi, quando ricominci, finisici a bere più di prima. 

 

Cosa tiriamo fuori da tutto questo discorso? Più che novità abbiamo qualche conferma:

1) Bere continua a fare male e portare l’attenzione sulla questione è sempre d’aiuto. 

2) Le banalizzazioni instagrammabili rischiano sempre di creare dei problemi alla categoria fragile di turno.

3) È probabile che l’anno prossimo metà delle persone che quest’anno facevano le stories dove riempivano il calendario di “x” per il #dryjan si metteranno a fare altro, magari il Veganuary, dopo tutto esiste anche quello. 

 

Per approfondire:

https://www.ilpost.it/2023/01/12/dry-january/

https://alcoholchange.org.uk/blog/press-release-almost-nine-million-people-planning-to-give-up-alcohol-this-january

https://www.sussex.ac.uk/news/article/47131-how-dry-january-is-the-secret-to-better-sleep-saving-money-and-losing-weight

https://sussex.figshare.com/articles/journal_contribution/Voluntary_temporary_abstinence_from_alcohol_during_Dry_January_and_subsequent_alcohol_use/23423276