Luca Rosa (classe 1995) e Nick Ranghino (classe 1996) sono i due giovani fondatori di Bubble, una drink factory che produce bevande sodate e altri prodotti ready to drink. Uno dei progetti più interessanti e futuribili nella scena no/low italiana.
L’azienda inaugura nel 2019 a Benna, in provincia di Biella, ma Luca e Nick muovono i primi passi nel mondo delle fermentazioni domestiche già diciassettenni.
“Abbiamo iniziato da piccoli ma abbiamo ricercato fin dall’inizio un approccio che ci permettesse di costruire una realtà capace di superare i limiti del mondo craft”. Nick tiene molto a precisare questo passaggio: “Le produzioni artigianali vanno rispettate ma portano con sé delle criticità che non possono essere aggirate se ci si mantiene all’interno di quel modello. Il mondo craft, se vuole rimanere craft, non può crescere senza affrontare difficoltà sostanziose.
Sono i volumi il problema, da artigiano puoi fare bei prodotti e magari arrivano anche le commissioni, ma se non fai il passo necessario per dotarti di una struttura aziendale solida arrivi molto in fretta al punto di non riuscire a produrre quanto ti viene richiesto.
Si parla spesso di come il territorio sia pieno di realtà piccole, di qualità e diffuse; un mercato polverizzato tuttavia non invoglia gli investitori né permette di creare filiere articolate. Non permette di crescere.”
Oggi Bubble offre un servizio 100% custom in base alle esigenze dei clienti. Prodotti analcolici o a basso contenuto alcolico: sode, hardseltzer, acque funzionali e fermentati.
La produzione avviene in uno stabilimento a ciclo continuo che impegna circa 40 lavoratori e permette di costruire da zero la propria linea a partire da una commissione minima di 5000 unità.
“Diamo la possibilità di creare la propria ricetta, di scegliere il packaging (vetro, lattine, fusti) e disegnare l’etichetta del prodotto
Molti locali lavorano con marchi altrui, magari si sceglie di ricevere gratuitamente i tovaglioli del fornitore di caffè e così facendo si diventa un veicolo per dare visibilità ad altri. Avere il proprio nome sui prodotti dietro al bancone è un grande vantaggio competitivo.”
No alcol ,Low alcol, poco zucchero, sostenibilità nella produzione e nelle proposte di packaging. Il panorama analcolico o a basso contenuto alcolico conferma il trend di crescita positivo degli ultimi anni e realtà come Bubble possono diventare un traino fondamentale per lo sviluppo ulteriore di tutto il movimento.