Le bartender

Come le bartender stanno rivoluzionando la scena italiana della mixology

Immagina il tuo tipico barista. Ha una barba ben curata? Forse una serie di tatuaggi sull’avambraccio? Soprattutto, però, deve essere un lui?

C’è stato un tempo in cui il mondo del bartending è stato un esclusivo gentlemen’s club e nell’immaginare un tipico barista, la maggior parte di noi, probabilmente, pensa ad un uomo. Oggi le cose stanno cambiando.

Una nuova, fresca e dirompente ondata femminile sta marcatamente alzando l’asticella dell’industria e rompendo le tradizioni. E dato che le regole sono fatte per essere infrante, è ora di spostare la conversazione verso una narrazione contemporanea.

Da qui nasce il progetto “Le Bartender” realizzato da Mr. Dee Still e Campari Academy in collaborazione con Perimetro: un dialogo per immagini con le protagoniste femminili della scena del bartending italiano.

Attraverso gli scatti di Letizia Toscano, ci muoviamo di bancone in bancone tra i top bar di Milano, Roma, Firenze e Venezia per raccontare le storie di chi sta catturando l’attenzione del mondo del beverage. Storie femminili all’interno di un mondo maschile, sia a livello iconografico che come stile di vita. Storie di forza, audacia e creatività.

Le protagoniste si raccontano partendo dai loro signature drink all’interno di un reportage sull’attualità del settore.

Il ruolo fondamentale dell’ospitalità

C’è una clientela preparata, entusiasta, che ha voglia di conoscere e ama assaggiare, sperimentare e lasciarsi guidare. Fedeli host dei propri clienti, non tanto delle storie ma delle esigenze, abbiamo chiesto alle protagoniste del progetto quanto nella vita, come dietro al bancone, sia importante saper miscelare. Marianna di Leo, brand ambassador Campari Academy, ci ricorda subito che “c’è una cosa fondamentale che non deve mai essere dimenticata: il protagonista non è il bartender, ma è l’ospite. La cosa più importante è saper ascoltare. Solo in tal modo si potrà miscelare qualcosa di perfetto. Ogni persona ha una sua storia e qualcosa da insegnare”. Invece, per Alessia Bellafante di Unseen Bar a Milano “la parola chiave durante la preparazione di un cocktail è ‘equilibrio’. Riuscire a trovare le giuste misure non è sempre così facile. Così come nella vita padroneggiare istinti e comportarsi con equità e compensazione può risultare una grande conquista”.

La ricetta segreta

Esiste una formula speciale che determina il successo di un locale: la clientela, chi serve da bere, la musica, la location? Secondo Susanna DalCin dell’ Experimental Bar di Venezia, “chi serve da bere e la musica sono le chiavi del successo. L’interno del locale è un altro aspetto fondamentale: le luci e la posizione dei posti a sedere. I drink e la selezione di distillati in bottigliera rimangono però la cosa più importante, uniti alla cura e all’interesse che noi bartender abbiamo nel servirli”. A questa lista, Sofia DalVit di Terrazza Aperol di Venezia aggiungerebbe “la qualità dei prodotti, la trasparenza e la coerenza nell’esecuzione e lo standard di servizio. Fondamentale è poi la relazione con gli ospiti, la sensibilità nel capire chi si ha di fronte e di conseguenza determinare la modalità di approccio che sarà diversa in base alle diversità di ognuno”.

L’era post lockdown

Un settore, quello del bartending, colpito pesantemente dalla pandemia ma che è in netta ripresa. Su cosa hanno riportato l’attenzione gli ultimi anni? Ciò che ha fatto riflettere maggiormente Martina Bonci, bar manager di Gucci Giardino 25 a Firenze, è “la necessità di riportare l’attenzione sui clienti perché sono loro le star. Mai come ora vorrei regalare esperienze a 360 gradi: un drink può essere buono, ma se non è servito come si deve, perde tutto”. E in quei lunghi mesi di cambiamenti e immobilità Elena Stucchi, bartender del Bulgari Hotel a Milano, ha addirittura pensato di cambiare totalmente la sua vita, spinta dalla frustrazione delle chiusure, ma proprio in quel periodo ha capito che nulla avrebbe potuto allontanarla dal bancone e dal suo lavoro: “quando finalmente sono tornata a fare il mestiere dei miei sogni avevo ancora più passione e voglia rispetto a prima”. A darci un ottimo spunto è anche Caterina Gu, del Ronin di Milano, che ha approfittato del periodo per concentrarsi su se stessa e ci racconta che: “la cosa più importante che ho imparato in quel periodo è che la vita non è sempre di corsa, ogni tanto bisogna anche fermarsi un attimo per riconoscersi, e godersi il momento”.

La domanda fondamentale

Tra le domande esistenziali della vita, c’è sicuramente quella fondamentale: perché andiamo al bar? A questa provocazione semiseria, Anna Ardò, manager di Gesto a Milano, ci risponde che secondo lei “ci hanno insegnato che nella vita viene prima il dovere e poi il piacere. Di conseguenza penso che la gente viva nel dovere e il loro più grande desiderio dopo una faticosa giornata è quello di godersi il proprio piacere. Cosa chiedere di meglio di un buon cocktail nel tuo bar preferito?” Invece, secondo Francesca Mannina di Norah Was Drunk è proprio questione di dimenticare le domande esistenziali della vita: “ognuno ha il bar dove si sente maggiormente a suo agio e dove può anche a farsi vedere giù di corda, perché non conta solo il drink, ma anche le persone che te lo preparano”.

Only one drink

Entrando nel merito dei cocktail, chiediamo loro di raccontarci un drink ai quali sono particolarmente affezionate e quale sceglierebbero se potessero bere solo quello per il resto della vita. “Il Negroni. Credo sia un drink che si possa bere per tutta la vita. L’equilibrio di tre semplici ingredienti sapientemente miscelati insieme” ci racconta Giulia Castellucci di Co.So a Roma. E nonostante l’ardua scelta, Tea Alberizzi, sceglierebbe sempre un buon Milano-Torino che “sa cambiare e sorprendere sempre semplicemente cambiando la provenienza dei prodotti, pur essendo sempre e solo due”. Cheers.

Scopri i ritratti di tutte le protagoniste sull’account Instagram di Mr.Dee Still, Campari Academy e Perimetro.

Credits
Main partner: Campari Academy
In collaborazione con: Perimetro
Partner tecnico: ICE³
Fotografie: Letizia Toscano
Testo e produzione: Erica Cariello

Hanno partecipato al progetto: Francesca Mannina, Norah Was Drunk (Milano); Alessia Bellafante, Unseen (Milano); Anna Ardò, Gesto (Milano); Caterina Gu, Ronin (Milano); Elena Stucchi, Bulgari Hotel (Milano); Martina Bonci, Gucci Giardino 25 (Firenze); Giulia Castellucci, Co.So (Roma); Tea Alberizzi, Padova; Susanna Dal Cin, Experimental (Venezia); Sofia Dal Vit, Terrazza Aperol (Venezia); Marianna di Leo, Brand Ambassador Campari Academy (Milano).