Mr Dee Still goes to France – Viaggio in Champagne

Mr Dee Still goes to France - Viaggio in Champagne

Viaggio in Champagne

Lasciavo la Borgogna in uno stato di spleen, ero spaesato. Dovevo raggiungere la Champagne il più in fretta possibile, la strada era lunga, deserta, e bagnata dalla pioggia. Il giorno dopo, a Reims, alla visita della sua cattedrale la mia anima viene rapita. La mia testa si proiettata nel passato, e alle incoronazioni dei re di Francia. Sono davanti a un capolavoro architettonico del Medioevo trai i più belli mai realizzati dall’uomo. Davanti a me, una lunga promenade colma di piccoli locali. Ho appuntamento all’ Au Bureau con Jean-Baptiste. L’arredo, esimio, ricorda la Bélle Epoque. E questa terra, quella della Champagne, solo a citarla richiama la festa. Il prestigio. «È suddivisa in quattro macro aree: la Valle de la Marne, la Montagne de Reims, la Côte des Blancs e la Côte de Sézanne, e la Côte des Bar. Siamo a centoquaranta chilometri da Parigi».

Un terroir sfaccettato animato dall’arte dell’assemblaggio

Trentaquattromila ettari, la legge che determina i confini della Champagne AOC è del 1927; la regione comprende 319 cru, per oltre il sessanta per cento dislocati nella Marna. Una distesa di 280mila parcelle, piccoli appezzamenti presenti in villaggi classificati come grand cru (17) e premier cru (44). Jean-Baptiste ha iniziato vent’anni fa a studiarli, i suoi terreni. Ne segue 243, la metà sono condotti e certificati bio. «Il mio è un dialogo tra uomo e natura, l’ idea di assemblaggio è cambiata, con Collection ho voluto stravolgere l’impostazione dello Champagne e darmi la possibilità di esprimermi con estrema libertà omaggiando sempre la vendemmia ma soprattutto la réserve perpétuelle, un’unione dinamica di vini di diverse annate affinate in acciaio». Un lavoro di organizzazione estremo, frutto di un’analisi di 410 parcelle suddivise e vinificate separatemene, con l’intento di raggiungere l’alchimia perfetta, tra le uve e tra le texture. Tutto in ossequio al terroir restando fedeli allo stile Louis Roederer, Maison indipendente da sette generazioni. Un nuovo progetto voluto per rappresentare anche la storicità produttiva. Quel 242 in etichetta simboleggia il numero delle vendemmie effettuate dalla Casa. Presto arriverà il 243 e così via. Uno Champagne di corpo, complesso, avvolgente a base chardonnay e pinot noir più una piccola percentuale di meunier. È il leggendario Cristal? «Riconoscibile dalla sua etichetta dorata, diventa icona per via della sua bottiglia trasparente a fondo piatto. È nata nel 1845 su richiesta dello Zar di Russia». Nel Domaine di 80 ettari le 45 parcelle, coltivate in biodinamica, materializzano nel vino la craie, il gesso della Champagne, donando verticalità, potenza ed una indiscussa raffinatezza.