IL POTENZIALE EVOLUTIVO DEL CRISTAL: DUE ETICHETTE DA PROVARE PER MOTIVI DIVERSI

IL POTENZIALE EVOLUTIVO DEL CRISTAL: DUE ETICHETTE DA PROVARE PER MOTIVI DIVERSI

Quella del Cristal è una storia di evoluzione del gusto che coinvolge diversi elementi: da un lato c’è la variabile dell’annata, il clima, e dall’altra ci sono molti fattori fissi, quelli che lo rendono unico e riconoscibile da tutti gli altri Champagne.

L’identità dell’iconica bottiglia trasparente della Maison Louis Roederer vede tra le caratteristiche principali la sua etichetta dorata, cambiata pochissimo dal suo debutto nel 1876, ma non solo, il fondo piatto, ma soprattutto una timbrica gustativa impostata su sensazioni gessose e una freschezza disarmante all’assaggio che lo rendono memorabile, sopratutto a distanza di qualche anno grazie alla sua composizione, 60% di Pinot Noir e 40% Chardonnay. Quest’ultimo è sicuramente un altro fattore fisso, dall’arrivo presso le cantine di Reims di Jean – Baptiste Lécaillon, Cristal ha iniziato a subire un graduale cambiamento non nella forma, ma nello stile, alla ricerca di freschezza e tensione sempre più marcanti così come sensazioni più aderenti al luogo di origine delle uve raccolte nei 243 ettari di vigneti di proprietà. Da qui sono selezionate 45 parcelle in 7 diverse località, tutte classificate come Grand Cru: lo Chardonnay è sulle colline di Avize (10 parcelle), Cramant (11 parcelle) e Mesnil-sur-Oger (9 parcelle) mentre il Pinot noir è sulle colline di Ay (10 parcelle), Verzenay (17 parcelle), Verzy (12 parcelle) e Beaumont-sur-Vesle (1 parcella). Con un approccio dunque parcellare, unidirezionale, si vinificano separatemene le uve di Pinot noir e Chardonnay, così facendo si colgono sfumature, angolature e profili diversi che, grazie all’assemblaggio, andranno ad alimentare quella complessità che tanto si apprezza soprattutto quando la bottiglia si apre dopo un lungo periodo di affinamento anche in vetro.

La cuvèe è la rappresentazione di un lavoro di precisione, di millimetrica esaltazione dei dettagli; Cristal vede un 25% di vinificazione direttamente in legno, senza fermentazione malolattica, prima di lasciare il testimone al tempo, sono dai sei ai sette gli anni di affinamento sur lattes, seguiti da un ulteriore invecchiamento di sei-dodici mesi dopo la sboccatura. Il tempo è sicuramente una delle variabili fisse di questo Champagne che esige tempo prima di esprimersi: nonostante sfori, e non di poco, quello imposto dal disciplinare di produzione che vede per le cuvée millesimate – prodotte con uve di una singola vendemmia – un affinamento minimo obbligatorio di 36 mesi. Con il Cristal siamo ben oltre, e ogni porzione del corpo vitato Cristal vinifica e affina per tini di acciaio inossidabile o di rovere francese.

In questo terreno gessoso, dove i ciottoli riflettono la luce del cielo, le viti di oltre vent’anni di età, sono protette da un recinto naturale, curato come un giardino dell’Eden, dalle squadre della Maison Louis Roederer. Le piante del Cristal sono lavorate con un approccio vitivinicolo su misura e nel rispetto della materia viva, applicando pratiche eco-compatibili che includono la selezione massale, la potatura delicata, i lunghi periodi a maggese e i compost biodinamici. Questi metodi si ispirano ai principi della permacultura, in cui l’ecosistema regola il proprio equilibrio formando uno stretto legame tra l’Uomo e la Natura. 30 ettari sono curati con l’ausilio dei cavalli.

La prova del bicchiere resta l’unico vero riscontro per quanto detto; chi ha la fortuna, e il piacere, di aprire un 2012 trova grande vivacità e dinamismo in un gusto vinoso e profondo, ma anche luminosità e finezza. Godibilissimo. Con un 2014, invece, abbiamo un vino più tridimensionale e dall’importante potenziale di invecchiamento. Con una texture serica, palpabile e sapida al tempo stesso. Un sorso corposo e succoso, molto persistente e salato nel finale.